Ecco a partire da che temperatura scatteranno le sanzioni
Nel calendario degli italiani è prevista un’estate più calda e un inverno più rigido, almeno per tutti quelli che lavorano nel mondo della pubblica amministrazione. Come conseguenza delle scelte del governo sul campo internazionale, con l’embargo sulle risorse importate dalla Russia destinato a pesare come un macigno, dal 1 maggio i condizionatori all’interno degli edifici pubblici non potranno infatti portare la temperatura al di sotto dei 27 gradi (con un margine di tolleranza di 2 gradi, quindi mai al di sotto dei 25). Un passaggio che segnerà l’avvio del cosiddetto “pianotermostato”.
Per risparmiare energia e contribuire ai minori consumi di gas, nel tentativo di agevolare il difficile compito di svincolarsi dall’import dalla Russia, il governo ha infatti deciso di introdurre nuove norme che saranno in vigore fino al 31 marzo 2023. Un vero e proprio piano di austerity energetica, scattato con un emendamento introdotto al decreto bollette che sta per ricevere il via libera definitivo dal Senato. D’estate, dunque, attenzione ai condizionatori, almeno negli edifici pubblici. D’inverno, di contro, il riscaldamento non potrà portare la temperatura sopra ai 19 gradi (tolleranza fino a 21).
Al momento, non scatteranno vincoli per le abitazioni private, così come per gli ospedali, le case di cura e le cliniche. Per chi non rispetterà i limiti fissati, sono previste multe tra i 500 e i 3.000 euro, anche se non è ancora chiaro come saranno organizzati i controlli. Molti analisti temono che successivamente gli obblighi possano essere imposti anche al resto della popolazione, in un Paese in cui secondo l’Istat quasi una famiglia su due ha un sistema di condizionamento (48,8%), con un forte incremento fatto registrare negli ultimi anni.
Occhio, insomma, alla temperatura che raggiungerà il vostro condizionatore nei prossimi mesi. Perché se è vero che le norme, al momento, interesseranno soltanto i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, non è difficile immaginare che questo sia soltanto il primo passo verso un controllo dei consumi su tutti gli abitanti dello Stivale. Con temperature da rispettare anche all’interno delle nostre case. E, perché no, magari anche a bordo delle nostre auto.